Caso Fastweb, Swisscom: “Sapevamo delle indagini sull’evasione fiscale”

di Andrea Trapani

Una nota stampa, rilanciata stamani dalla casa madre Swisscom, torna sul caso Fastweb. Il titolo della nota stampa, che è disponibile integralmente come lo riportiamo in italiano, è chiaro sugli intenti: Swisscom chiede un rapido chiarimento delle accuse avanzate dalle autorità italiane.

Valentino Rossi in uno spot Fastweb

Rossi, testimonial Fastweb

Swisscom prende atto delle accuse mosse ieri dalle autorità italiane. Al momento dell’acquisizione di Fastweb nel 2007, Swisscom era a conoscenza del procedimento per presunta frode fiscale relativa al periodo dal 2003 al 2006. Le ripercussioni delle ultime accuse saranno verificate con attenzione da Swisscom. Swisscom e Fastweb garantiscono alle autorità penali italiane il pieno sostegno ai fini del chiarimento delle accuse.

Tra il 2003 e il 2006 Fastweb ha acquistato e rivenduto prestazioni (schede telefoniche e traffico vocale) di fornitori italiani. Nei prezzi di acquisto era compresa l’imposta italiana sul valore aggiunto. Nel gennaio 2007 Fastweb ha reso nota l’esistenza di un’indagine giudiziaria nei suoi confronti. Secondo l’accusa, i fornitori avevano effettuato tali transazioni solo per evitare il pagamento dell’IVA versata da Fastweb allo Stato. In seguito a questa inchiesta, fino ad oggi Fastweb non ha ancora ricevuto il rimborso totale dell’IVA.

Al momento dell’acquisizione di Fastweb nel 2007, Swisscom era stata informata del procedimento in corso. Erano state richieste due differenti perizie a società di consulenza tributaria, secondo le quali le operazioni contestate erano lecite e Fastweb ha quindi diritto al rimborso dell’IVA. L’impossibilità di esigere il rimborso dallo Stato, in base alle conoscenze di allora, veniva considerata come parte del rischio insito nell’offerta di acquisto.

Swisscom è rimasta sorpresa degli ultimi sviluppi:

  • l’indagine è stata estesa ad altre persone;
  • sono stati emessi degli ordini di custodia cautelare nei confronti di 56 persone e si è proceduto ai primi arresti; questa misura riguarda 5 persone del precedente management e collaboratori di Fastweb;
  • all’accusa di frode all’IVA si aggiungono quelle di riciclaggio di denaro rivolte al personale delle aziende terze che hanno agito illecitamente e alle imprese stesse;
  • l’importo complessivo dell’IVA lucrata ammonterebbe a 2 miliardi di euro, in quanto le aziende coinvolte sono numerose, fra cui Fastweb con circa 40 milioni di euro;
  • le autorità d’inchiesta chiedono al Tribunale il commissariamento nei confronti di Fastweb. Si tratta di un controllo da parte delle autorità che tuttavia, in base alle valutazioni attuali, non pregiudicherebbe il proseguimento delle attività operative.

Swisscom prende atto dei nuovi sviluppi e ne verificherà con attenzione le ripercussioni. Fastweb e Swisscom sono interessate a un rapido chiarimento delle accuse avanzate dalle autorità penali italiane.

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| via Comunicato Stampa Swisscom

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