E’ guerra tra 3 ed ADUSBEF

di Carlo Ghio

Il messaggio è di quelli chiari: “NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DAI POTENTATI ECONOMICI CINESI, CHE NON RISPETTANO I DIRITTI DEGLI UTENTI E RISPARMIATORI!”. Sotto la lettera del Segretario inviata alla stampa.

3 Italia Mobile Media Company del gruppo Hutchison Whampoa Ltd ha dato mandato ai legali di procedere contro Adusbef”. Non è la prima volta che questa azienda telefonica di origine cinese,che non rispetta i diritti dei consumatori italiani, dà mandato ai suoi legali per intimidire l’azione di Adusbef a tutela dei cittadini. Dopo aver inoltrato richiesta risarcitoria di 61 milioni di euro (120 miliardi di vecchie lire) contro Adusbef e Federconsumatori ree di aver fatto condannare H3G dall’Antitrust e Tribunale civile,per comportamenti commerciali ingannevoli e lesivi dei diritti dei consumatori; dopo aver chiesto –senza ottenerla- una cauzione di 1 miliardo di euro (duemila miliardi di vecchie lire) per la questione della SIM Lok, tentando di far incriminare penalmente 500.000 utenti, colpevoli di aver violato un grimaldello anticoncorrenziale; dopo aver cercato di inserire un turpe commercio pornografico all’interno dei “videofonini 3” prontamente sventato (per ora) dalle denunce penali di Adusbef, tenta l’ultima disperata carta per spaventarci. La missione dell’Adusbef, sancita dalla legge 281/98 e dal codice del consumo, è quella di tutelare i diritti di consumatori e risparmiatori. Negli esposti inoltrati alla Consob ed alla Procura della Repubblica,abbiamo chiesto di evitare tristi repliche di risparmio tradito,che hanno bruciato risparmi di un’intera vita di lavoro ad 1 milione di famiglie,non solo per i cattivi consigli delle banche,ma anche come diretta conseguenza di quotazioni gonfiate dei titoli in borsa. Nella cosiddetta new economy,le banche gonfiavano il valore delle società quotande anche con la precisa finalità di incassare provvigioni commisurate al valore delle quotazioni: più alte erano,più elevati erano gli incassi. Questa azienda “cinese” voleva assegnare un valore all’IPO di 3 Italia,pari a circa 12 miliardi di euro,mentre le valutazioni delle banche (alcune anche azioniste e creditrici per 3 miliardi di euro,quindi in conflitto di interesse), sono state di 6-7 miliardi di euro. La mancata quotazione di “3” deciso dalla società per il valore troppo basso assegnato dalle banche ed i paletti della Consob, confermano che è stato evitato l’ennesimo bidone ai risparmiatori. Continueremo a prevenire inganni telefonici ed a difendere i diritti dei risparmiatori.

Elio Lannutti (presidente Adusbef)  – Roma, 13-2-06

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