Agenda per l’Italia, le proposte di AgCom

di Redazione

In un documento a Governo e Parlamento di AgCom viene reso noto oggi un pacchetto di misure per modernizzare il Paese, semplificare adempimenti, ridurre costi amministrativi, liberare risorse a sostegno della crescita a cura dell’Authority.

In relazione all’imminente adozione delle misure pro-liberalizzazione per sostenere la crescita, Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha inviato una segnalazione al Governo e al Parlamento nella quale si propone l’adozione di un’agenda digitale per l’Italia in grado di governare la modernizzazione del Paese instradandola sulle reti e i servizi di nuova generazione.

Il testo della segnalazione è disponibile sul sito dell’Autorità all’indirizzo www.agcom.it. L’Autorità auspica che la “Legge sulla concorrenza” sia il veicolo per l’istituzione dell’agenda digitale per l’Italia, documento programmatico e operativo che, attraverso precise politiche e adeguati strumenti, deve indicare una road map per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale comunitaria, che vengono così recepiti. A tal fine è necessaria una cabina di regia gestita dal Ministro dello sviluppo economico che coordini e renda trasparente l’azione dei vari attori coinvolti (Governo, Regioni, Enti locali, Autorità).

In quest’ottica l’Agcom propone anche una serie di interventi legislativi correlati all’evoluzione del settore delle comunicazioni, e cioè misure di semplificazione degli adempimenti burocratici e amministrativi nonchè iniziative a costo zero – o comunque diverse dagli investimenti diretti – per facilitare la creazione di un ecosistema digitale e fluidificare il percorso di aziende e cittadini nella produzione e fruizione dei contenuti digitali.

Le proposte vogliono essere uno stimolo alla progressiva azione del Governo e del Parlamento in materia di rilancio della crescita attraverso il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ch’è oggi il principale driver dello sviluppo economico. Il principio ispiratore dell’intervento è di porre il cittadino al centro della svolta digitale e non di considerarlo mero consumatore di tecnologie, talora di complessa fruizione.

Ecco i principali campi di azione individuati e alcuni interventi puntuali da adottare:

  1. adozione di una politica dello spettro radio, valorizzando le risorse frequenziali e liberando più risorse per la larga banda;
  2. promozione delle reti tlc di nuova generazione: semplificazione delle procedure amministrative con abolizione delle autorizzazioni, concessioni e di tutti gli altri atti amministrativi non indispensabili; condivisione dei lavori di scavo da parte di differenti fornitori di servizi a rete (elettricità, gas, acqua, ecc);
  3. incentivi alla circolazione dei contenuti digitali per favorire un ambiente più concorrenziale nell’accesso alle risorse per i media;
  4. promozione delle transazioni on line attraverso norme pro-digitalizzazione improntate alla riduzione dei costi e degli adempimenti oltre che alla facilità di accesso ai contenuti digitali, che sono un diritto per il cittadino;
  5. sviluppo della moneta elettronica e dell’e-commerce: diffusione delle tecnologie “near field communication” per i pagamenti in mobilità; possibilità di notifica degli atti giudiziari e delle infrazioni al codice della strada a mezzo di posta elettronica certificata; nullità delle clausole contrattuali in accordi di distribuzione che vietino la vendita diretta su canale on line;
  6. alfabetizzazione digitale, utilizzando il canale scolastico e dei media;
  7. uso sociale della tecnologia: mercato del lavoro e sanità digitale.

La realizzazione dell’agenda digitale per l’Italia rappresenta una priorità per accelerare la crescita e lo sviluppo del Paese in un momento in cui se ne avverte così fortemente la necessità per sbloccare l’attuale stagnazione dell’economia e per creare un ambiente in cui possano proiettarsi le nuove generazioni.

Il passaggio ad un’economia digitale di sistema diventa uno snodo cruciale per transitare da un modello di economia di redistribuzione ad uno di crescita. E’ tempo di agire. La scarsità di risorse non può costituire un alibi all’inazione sia perché molte riforme sono a costo zero sia perché bisogna guardare al rapporto costi-benefici: non basta ridurre il debito pubblico, quello che più conta è il rapporto tra deficit e Pil.

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