Accesso banda larga, tutto da rifare: la Commissione UE chiede ad AGCOM modifica su riduzione dei prezzi all’ingrosso

di Andrea Trapani

La privacy nella ReteLa Commissione europea ha chiesto formalmente all’AGCOM, l’autorità italiana di regolamentazione delle telecomunicazioni, di revocare o modificare la sua proposta relativa ai prezzi applicabili per l’accesso a banda larga all’ingrosso per tutto il 2013, ossia le tariffe che l’operatore dominante, Telecom Italia, può imporre agli altri operatori che vogliono vendere servizi a banda larga utilizzando la rete di accesso in rame di Telecom Italia.

Dopo un’analisi durata tre mesi e tenendo nella massima considerazione il parere del BEREC (che, a giudizio della Commissione, non ha fornito argomenti sostanzialmente nuovi rispetto a quelli dell’AGCOM) la Commissione continua a ritenere che l’AGCOM abbia fissato tali tariffe sulla base di dati inadeguati e che il modo in cui le ha calcolate possa pregiudicare gli incentivi agli investimenti nella banda larga sia per Telecom Italia che per altri operatori.

La Commissione ritiene che l’aggiornamento selettivo dei parametri del modello dei costi utilizzato dall’AGCOM per regolare i prezzi di accesso a banda larga all’ingrosso (ossia l’adeguamento dei costi di manutenzione correttiva e dei costi commerciali, ma non del rendimento del capitale, secondo il cosiddetto metodo WACC, “Weighted Average Cost of Capital”) generi una riduzione ingiustificata dei prezzi regolati per l’anno, ossia il 2013. A giudizio della Commissione, questo approccio non solo non apporta all’operatore regolato un rendimento congruo dei suoi investimenti nelle reti a banda larga, ma non gli offre alcun segnale di prezzo adeguato per operare investimenti in infrastrutture alternative, e, in ultima istanza, può dissuadere entrambi i tipi di operatore dal realizzare investimenti efficienti nelle reti NGA.

La Commissione, d’altro canto, è ora soddisfatta del chiarimento dell’AGCOM, che ha specificato che le parti interessate sono state informate sul mutato approccio dell’AGCOM nel calcolo dei prezzi di accesso.

La Commissione raccomanda pertanto all’AGCOM di aggiornare il metodo di calcolo delle tariffe (WACC) in base agli ultimi dati disponibili, in un modo più accurato che, oltre a rispecchiare gli sviluppi persistenti del mercato che incidono sul tasso (sovrano) risk-free e sul rischio azionario, rifletta, più in generale, l’esigenza di stabilità, trasparenza e prevedibilità dei prezzi all’ingrosso di accesso alla banda larga evitando shock e fluttuazioni significativi.

Nell’agosto scorso la Commissione ha richiamato per la prima volta l’attenzione dell’AGCOM (cfr. IP/13/774) sull’eventualità che la misura prevista non fosse compatibile con le norme europee in materia di telecomunicazioni, poiché i prezzi proposti per il 2013 erano basati su un’analisi di mercato riferita al periodo 2009-2012. Alcuni dei dubbi inizialmente sollevati nella lettera di agosto sono stati affrontati nei tre mesi dell’indagine approfondita, ad esempio se gli operatori del mercato fossero sufficientemente informati in merito ai cambiamenti previsti dall’AGCOM. La Commissione continua tuttavia a nutrire seri dubbi in merito all’adeguatezza del calcolo dei prezzi di accesso a banda larga all’ingrosso, effettuato per il 2013.

Neelie Kroes, Vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Una regolazione delle tariffe che non consente all’operatore regolato di trarre rendimento dal capitale investito non aiuta certamente a dotare l’Europa di reti moderne a beneficio dei suoi cittadini. La regolazione deve basarsi su metodi economici solidi e dati aggiornati che rispecchino gli sviluppi del mercato, in modo da garantire che sia gli operatori regolati sia quelli alternativi abbiano gli incentivi giusti a investire in nuove tecnologie e la concorrenza non sia falsata”.

Ogni nuova misura dovrebbe inoltre tenere conto della raccomandazione della Commissione sugli obblighi di non discriminazione e sulle metodologie di determinazione dei costi per promuovere la concorrenza e migliorare il contesto per gli investimenti nella banda larga (cfr. IP/13/828 e MEMO/13/779).

Questa è la decima volta che la Commissione formula una raccomandazione a norma dell’articolo 7 bis della direttiva sulle telecomunicazioni (MEMO/10/226).

Comunicato Stampa UE

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