Asstel su “Sblocca Italia”: credito di imposta per le TLC è un bene, ma troppa incertezza

di Redazione

asstel“La previsione del credito d’imposta per la realizzazione delle reti fisse e mobili a banda ultralarga costituisce, finalmente, un primo importante riconoscimento della strategicità delle infrastrutture di Telecomunicazione  per la ripresa economica nel nostro Paese.  Tanto più che tale misura, per altro già da tempo applicata ad altri settori come i trasporti, valorizza il ruolo del capitale privato nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea”.

E’  il commento di Cesare Avenia  Presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, l’associazione di rappresentanza delle imprese della filiera delle Tlc, in merito al decreto Sblocca Italia pubblicato sabato in Gazzetta Ufficiale in cui si prevede la concessione fino al 50% di credito d’imposta per la realizzazione di infrastrutture a banda ultralarga fisse e mobili nelle aree cosiddette bianche (a fallimento di mercato).

Permane tuttavia una forte e legittima preoccupazione sull’effettiva efficacia operativa della norma – sottolinea  Avenia  – Ancora una volta, infatti, la sua applicazione è stata demandata all’emanazione di decreti attuativi da concertare fra i Ministeri dello Sviluppo, delle Infrastrutture, dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate, prassi che sinora ha comportato  solo inefficienza e ritardi oltre misura dei progetti di trasformazione del Paese. Per sbloccare gli investimenti con la rapidità di cui l’Italia necessita si poteva e si doveva , come avevamo proposto,  innovare anche le modalità di attuazione della legge, individuando meccanismi meno rigidi e automatismi attuabili attraverso un uso più spinto della tecnologia digitale e delle possibilità offerte dalle piattaforme online”.

“La nuova norma– continua Avenia- ha poi il pregio di sistematizzare in un atto unico le diverse tecniche di posa delle reti Tlc e introduce alcune semplificazioni per la realizzazione delle reti mobili. Gli Operatori sono però ancora in attesa anche di altre semplificazioni importanti, coerenti con il ruolo di opera di urbanizzazione primaria che va riconosciuto all’infrastruttura di telecomunicazioni.  A questo punto ci attendiamo un’accelerazione nel completamento del regolamento scavi per la posa della fibra ottica con l’inserimento delle tecniche innovative  e nell’emanazione, finalmente, delle linee guida sulla rilevazione delle emissioni elettromagnetiche già previste dal Crescita 2.0”

“Se, come afferma il decreto, lo sviluppo delle Tlc rappresenta un asset strategico del Paese – conclude Avenia – allora Governo e Parlamento devono indicare a chiare lettere  che l’attuazione di queste infrastrutture deve essere considerata  prioritaria da parte degli apparati burocratici e disporre di conseguenza affinché ciò avvenga”.

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