3 miliardi per la banda ultralarga in 7300 Comuni italiani

di Andrea Trapani

fibra ottica TelecomVia libera della conferenza Stato-Regioni all’accordo che sblocca i fondi per la diffusione della banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato: lo ha annuncia il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli.

Più fondi dai privati. In origine il piano del governo per la banda ultralarga prevedeva l’utilizzo di oltre 4 miliardi: per il momento, però, ha spiegato Giacomelli nel corso di una conferenza stampa, ne verranno utilizzati tre perché la riapertura della consultazione in cui gli operatori privati hanno annunciato la realizzazione le nuove reti nelle varie aree, ha visto l’aumento degli impegni, e quindi servono meno fondi in quelle dove non intende investire nessuno. 

La somma rimanente, pari a circa 1,1 miliardi, sarà per il momento accantonata e resterà nella disponibilità della strategia del governo: “Potranno essere impiegati nei casi in cui gli impegni non dovessero essere rispettati o anche nelle aree grigie”, per esempio per i voucher o per i crediti d’imposta, laddove dovessero ottenere il via libera da parte dell’Unione europea, ha chiarito Giacomelli.

 Con l’accordo di oggi le risorse pubbliche destinate allo sviluppo della banda ultralarga in 7.300 comuni in aree a fallimento di mercato

Aspettando Bruxelles Come annunciato, sarà Infratel ad agire in qualità di soggetto attuatore degli interventi diretti per realizzare una rete che rimarrà quindi dello Stato e delle Regioni secondo le quote di intervento e nel rispetto della normativa europea. Quello che manca, adesso, è il via libera di Bruxelles, che Giacomelli conta di ottenere “entro pochi giorni”.

Per la partenza dei bandi, poi, occorreranno “alcune settimane”.

Un piano nazionale condiviso “E’ una giornata importante”, ha commentato Giacomelli, perché “l’accordo raggiunto oggi è un passo decisivo per la realizzazione del Piano banda ultralarga. In passato ci si limitava ad assemblare piani regionali e si procedeva in ordine sparso. Oggi, per la prima volta, non solo tutte le Regioni condividono un piano nazionale, i suoi obiettivi e la decisione di una rete pubblica in tutte le aree bianche, ma sono d’accordo sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione sulla base dei diversi fabbisogni territoriali”.

Molto soddisfatto anche il ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, secondo il quale l’accordo di oggi “consente di avviare un percorso di innovazione: è un avvio storico e uno straordinario esempio di collaborazione tra Stato e Regioni”.

Cluster C e D
I cluster delle aree in cui interverrà il governo direttamente sono quello denominato C (copertura di almeno il 70% delle unità abitative con connessioni oltre i 100 Mb/s e del 30% ad almeno 30 Mb/s) e quello denominato D (copertura a 30 Mb/s).

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