Fusione tra 3 e Wind, il punto. La Commissione verso l’ok, entrano Free… ed Enel?

di Valerio Longhi

La settimana che si sta chiudendo è stata fondamentale per il futuro della joint venture tra H3G e Wind.

Facciamo il punto.

L’effetto Free, con l’inserimento di Iliad per gli asset del post fusione, pare aver cambiato il parere della Commissaria UE Vestager, scriveva nei giorni scorsi l’agenzia di stampa Reuters. La garanzia del mantenimento di un quarto operatore nel mercato, infatti, sembra superare gli ostacoli su sui hanno sbattuto Three e O2 in UK.

Anche i giornali specializzati, come il “Sole 24 Ore“, rilanciano questa versione di un placet imminente: “[…] La fusione fra Wind e 3 Italia è all’ultima curva. Fastweb ha però chiesto alla Ue di sottoporre il piano Iliad a consultazione di mercato. La controllata italiana di Swisscom, che ha conteso a Iliad fino all’ultimo il posto di “remedy taker”, gioca così il tutto per tutto. Del resto il suo progetto, come quello dei francesi, è stato ritenuto idoneo dalla Commissione Ue. Da qui la richiesta, per puntare a dimostrare una prospettiva più solida quanto a investimenti e sviluppo“.
Quello di Fastweb ha tuttavia i tratti dell’ultimo tentativo per capovolgere un quadro che, come scrive il quotidiano economico, “forse per la prima volta da quando si è partiti lo scorso agosto, appare in discesa“.

Anche le agenzie di rating riportano giudizi positivi: in uno studio emerso lunedì, ad esempio, Moody’s ricorda che l’accordo raggiunto dalla francese Iliad con CK Hutchison Holdings Limited e VimpelCom Ltd “ha un impatto positivo sul credito per le controllate italiane di Hutchison, Hutchison 3G Italia e VimpelCom, Wind Telecomunicazioni (B2 positivo), perche’ aumenta la probabilita’ di approvazione regolamentare del loro progetto di fusione da parte della Commissione europea“.

Prospettive per “Free Italia” –Iliad – hanno commentato ancora da Moody’s – ha tasche profonde dove puo’ trovare liquidita’ da investire e vanta anche un track record di operatore molto aggressivo, come dimostrato in Francia, dove ha raggiunto una quota di mercato del 10% in un breve periodo di tempo con tariffe molto semplici e prezzi bassi‘. Per Moody’s, tuttavia, “e’ improbabile che Iliad possa usare questa strategia in Italia visto che non puo’ appoggiarsi su una rete fissa e visto che i prezzi sono gia’ bassi. Di sicuro pero’ se Iliae dovesse seguire una strategia simile a quella condotta in Francia, sarebbe negativo per gli operatori esistenti, ossia Telecom Italia, Vodafone e Fastweb (senza punteggio), quest’ultima di proprieta’ di Swisscom SA.

In effetti, ricordano alcuni analisti, l’arrivo di Free potrebbe mettere in difficoltà proprio il nuovo operatore che nascerà da Tre e Wind; un paradosso che però ancora deve attendere qualche settimana prima di diventare ufficiale. La Commissione dovrebbe decidere a settembre anche se ormai non sembra improbabile un ok anticipato, come pare abbiano condiviso gli stessi protagonisti.

IL RUOLO DI ENEL – Su Key4Biz infine si trovano prospettive come “[…] sulla base dell’accordo e sull’esempio di Free Mobile in Francia che per cominciare a creare valore Iliad debba ‘captare’ un po’ più del 7% del mercato italiano in 5 anni”, spiegano gli analisti. L’ingresso nel mercato mobile potrebbe essere solo un primo passo per Iliad che potrebbe “approfittare dello sviluppo della rete in fibra ottica da parte di Enel Open Fiber per mettere poi un piede nel mercato del fisso”.

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