Le simulazioni al calcolatore e le misure di laboratorio hanno permesso di analizzare il comportamentodegli amplificatori a larga banda degli impianticentralizzati d’antenna in presenza di segnali LTE. Simulazioni e misure, effettuate in condizioni realistiche e non eccessivamente pessimistiche, hannoconcordemente mostrato che, in alcune situazioni,l’impatto dei segnali LTE sull’intermodulazione degli amplificatori potrebbe essere serio, a confermadei risultati pubblicati in ambito internazionale. Glieffetti più evidenti si hanno sui canali adiacenti (inparticolare sul canale 60), ma tutti i canali nella banda UHF possono essere degradati fino alla mancanzadi ricezione. È infatti opportuno che il livello delsegnale LTE interferente sia ridotto ad un valore nonsuperiore a circa 15÷20 dB rispetto ai segnali DTT.
Si può stimare che, in assenza di filtraggio preventivo o di altre tecniche di mitigazione, in condizionisfavorevoli gli impianti potrebbero essere affetti dadisturbi fino ad una distanza di oltre 1 km dalla BTS.
Un filtraggio di base del segnale d’ingresso alcentralino può aiutare a ridurre gli effetti dell’intermodulazione, ma per essere efficace è necessariol’utilizzo di filtri ad elevata selettività, abbastanzacostosi, mentre l’impiego dei semplici filtri“in-line”abasso costo in alcuni casi potrebbero fornire risultatiinsoddidsfaceenti. Nei casi in cui il filtraggio nonfosse sufficiente, saranno necessarie ulteriori contromisure sull’impianto, da valutare caso per caso(spostamento delle antenne riceventi, utilizzo dicentralini canalizzati, ecc.). Si può presumere infineche i componenti di futura progettazione (antenne,amplificatori, miscelatori, ecc.) avranno già bandalimitata a 790 MHz, agevolando le altre tecniche dimitigazione almeno sui nuovi impianti.
È poi auspicabile che opportuni vincoli siano fissatiper l’operatore LTE, in modo da limitare in determinate aree l’entità del segnale interferente ricevutoin antenna: a tale proposito si possono adottaretecniche quali cross-polarizzazione, limitazionedella massima EIRP, ecc.
In ogni caso, la convivenza di servizi broadcast e4G nella banda UHF richiederà una adeguata collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti, in mododa evitare di far ricadere i relativi costi interamentesull’utente finale.