Come ridurre i consumi energetici delle reti mobili

di Andrea Trapani

Il tema dei consumi energetici al centro dell’evento “Breaking the energy curve” di Ericsson che si è tenuto lo scorso 21 novembre a Roma.

Sul tavolo la necessità per l’industria delle telecomunicazioni di ottimizzare i consumi energetici senza rinunciare all’implementazione delle reti 5G. È stata l’occasione per un confronto tra gli operatori italiani e per illustrare i benefici di un approccio condiviso in grado di coniugare gli obiettivi di business con quelli di sostenibilità.

Secondo una ricerca di Ericsson, le reti mobili rappresentano circa lo 0,2% delle emissioni globali di anidride carbonica e circa lo 0,6% del consumo globale di elettricità. Già nel 2020, gli operatori di telefonia mobile spendevano circa 25 miliardi di dollari in energia per far funzionare le reti mobili a livello globale. In Italia, il settore delle telecomunicazioni si colloca al terzo posto nella classifica delle industrie a più alto consumo di energia.

La domanda di connettività continuerà a crescere e, in assenza di interventi, anche l’utilizzo di energia e le relative emissioni. Secondo il Mobility Report di Ericsson, il traffico dati mobile totale a livello mondiale – escluso il traffico generato dall’accesso wireless fisso (FWA) – ha infatti raggiunto circa 67EB (Exabyte) al mese alla fine del 2021 e si stima una crescita di circa 4,4 volte per toccare 282EB al mese nel 2027.

Al fine di contenere la crescita dei consumi energetici, è necessario utilizzare la tecnologia energeticamente più efficiente per assorbire la crescita della domanda di dati.

Questa tecnologia è il 5G, lo standard 3GPP più efficiente, ovvero in grado di richiedere un consumo energetico in kWh minore a parità di traffico scambiato.

Massimo Basile, Head of Networks and Managed Services, Ericsson Sud Est Mediterraneo ed Eurasia, commenta: ”È necessario quindi spingere per lo sviluppo delle reti 5G il più velocemente possibile, per indirizzare con questa tecnologia la crescita del consumo dati. Ma costruire il 5G analogamente a quanto fatto con il 3G e il 4G, quindi semplicemente aggiungendo nuovi apparati radio, porterebbe in ultima analisi a un aumento ulteriore del fabbisogno energetico delle reti mobili. Per questo motivo è importante sfruttare le nuove soluzioni più efficienti oggi disponibili modernizzando le reti legacy 4G riducendo il numero di apparati presenti sui siti, per introdurre così il 5G senza un aumento complessivo dei consumi o addirittura apportandone una riduzione effettiva.” 

Con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico totale della rete, non è quindi sufficiente utilizzare la tecnologia più efficiente per affrontare la crescita del traffico dati, ma occorre anche ridurre il consumo energetico della base installata (3G, 4G) per fare spazio al roll-out del 5G nei bilanci energetici.

Breaking the Energy Curve

Per poter perseguire questi obiettivi e invertire la curva dei consumi energetici, occorre superare l’approccio tradizionale del settore. Ericsson, in questo senso, ha presentato la strategia “Breaking the Energy Curve” che si basa su tre aspetti fondamentali:

  1. Evoluzione sostenibile delle reti attraverso l’adozione di una visione olistica per la pianificazione e l’operatività.
  2. Operare in modo intelligente sfruttando il potenziale di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale/machine learning (AI/ML) e l’automazione per consentire una riduzione dei consumi energetici.
  3. Espandere e modernizzare le reti già esistenti durante la fase di implementazione del 5G.

Per mettere gli operatori nelle condizioni di efficientare le proprie reti, Ericsson lavora costantemente per innovare il proprio portfolio RAN e Core e offrire soluzioni all’avanguardia.

Poiché i prodotti e le soluzioni per la rete di accesso radio (RAN) consumano la maggior parte dell’energia in una rete mobile – nella maggior parte delle reti mobili i siti delle stazioni radio base rappresentano infatti circa il 75% del consumo energetico della rete – la strategia “Breaking the Energy Curve” evidenzia la necessità per gli operatori di dare costantemente priorità al risparmio energetico della RAN, man mano che vengono rilasciate nuove generazioni di prodotti ad alta efficienza energetica.

A questo proposito, Ericsson lavora costantemente per migliorare l’efficienza del portafoglio prodotti per le reti mobili perseguendo l’obiettivo di ridurne le emissioni del 50% entro il 2030 e diventare Net Zero entro il 2040 su tutta la catena del valore.

Ericsson si è data l’obiettivo, approvato dalla Science Base Target initiative, di ridurre i consumi energetici del portafoglio prodotti Ericsson Radio System del 35% entro la fine del 2022 (rispetto al riferimento del 2016), obiettivo raggiunto e superato con anno di anticipo, ottenendo una riduzione compresa fra il 36% ed il 41% (con micro TX sleep).

Per quanto riguarda il portfolio Radio 5G Massive MIMO, l’obiettivo di Ericsson per il 2022 è di incrementare l’efficienza energetica di un fattore 10, a parità di dati gestiti, rispetto al portafoglio 4G di riferimento (2017): già nel 2021 l’efficientamento energetico raggiunto è stato pari a 9,3.

Parallelamente, Ericsson lavora anche nell’ambito delle Core Network sviluppando architetture cloud native semplificate che si traducono in un risparmio energetico attraverso l’utilizzo di minori risorse hardware e software.

Andrea Missori, Presidente e Amministratore delegato di Ericsson in Italia, ha commentato: “L’industra delle telecomunicazioni sta vivendo un momento complesso. Se da un lato vi è la volontà di investire per accelerare l’implementazione del 5G, dall’altro occorre fare i conti con un aumento incredibile dei costi, tra cui quelli energetici. È paradossale che gli operatori italiani non siano classificati come energivori nonostante il settore delle telecomunicazioni si collochi al terzo posto nella classifica delle industrie a più alto consumo di energia. Occorre intervenire con urgenza, tutto il settore rischia di rallentare il percorso di digitalizzazione e transizione ecologica del Paese, con ripercussioni sulla competitività del Sistema Paese.”

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