Anpar: “Le conciliazioni paritetiche sono allo sbando”

di Andrea Trapani

La conciliazione paritetica, anche se, obbligatoria, è diventate materia di cronaca quotidiana – afferma Pecoraro, presidente dell’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’A.N.P.A.R., iscritto nel Registro tenuto presso il Ministero di Giustizia e da questi sorvegliato.

Una cronaca che danneggia fortemente i cittadini, la maggior parte dei quali non è a conoscenza della differenza che c’è tra l’avviare una procedura conciliativa con un organismo accreditato al Ministero di Giustizia e una fatta con una commissione paritetica, attraverso protocolli di intesa sottoscritti tra associazioni di consumatori e società che erogano servizi.

L’ultimo fatto eclatante in ordine cronologico è quello riguardante il gruppo H3G che ha rinunciato al riconoscimento AGCOM della Conciliazione che diventa, dunque inefficace. La HG3 denuncia inoltre il mancato rispetto del Protocollo sottoscritto dall’azienda con le associazioni consumatori.

Il regolamento AGCOM approvato nel 2007, continua Pecoraro, riguarda la procedura per la soluzione delle controversie tra utenti ed operatori di comunicazioni elettroniche, pertanto gli utenti che intendano agire in giudizio per la violazione di un proprio diritto, sono tenuti a promuovere preventivamente un tentativo di conciliazione dinanzi al Co.Re.Com. (Comitati Regionali per le Comunicazioni) della propria regione che abbia già firmato la convenzione bilaterale con l’Autorità per l’esercizio delle funzioni delegate.
In alternativa, gli utenti hanno la facoltà di esperire il tentativo obbligatorio di conciliazione, e sono tenuti a farlo nel caso in cui il Co.Re.Com. territorialmente competente non rientri tra quelli provvisti di delega, presso: gli organismi di conciliazione iscritti nel registro e visibili sul sito web del Ministero di Giustizia.

“Questo obbligo è venuto meno a discapito dei cittadini, dunque si chiede PECORARO, quali sono i fatti denunciati dalla HG3 che hanno causato il mancato rispetto del protocollo d’intesa, sottoscritto dall’azienda con le associazioni dei consumatori? Quali sono e a chi fanno capo le negligenze che non consentono ai cittadini di risolvere le controversie attraverso la mediazione civile?”, si chiede il presidente dell’Associazione.

“I cittadini dovrebbero già essere a conoscenza che è in vigore dal 20 marzo 2010 il nuovo istituto giuridico sulla mediazione con il quale possono essere risolte volontariamente tutte le controversie in materia civile e commerciali, a costo di giustizia di zero euro e con un conciliatore designato (laureato in materie giuridiche e/o economiche), altamente professionalizzato, imparziale e neutro, non mi spiego” – continua Pecoraro – “perchè il cittadino per risolvere una controversia si affida per la propria risoluzione a commissioni paritetiche, che sono diventate già vecchie pur essendo giovani”.

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