AgCom, il futuro delle reti NGN e l’unbundling per Telecom Italia

di Redazione

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha approvato ieri all’unanimità il provvedimento finale che disciplina i servizi di accesso alle reti di nuova generazione (NGN).
La decisione tiene nel massimo conto le osservazioni della Commissione europea, si avvale tanto delle valutazioni formulate dall’Autorità Antitrust quanto degli utili contributi pervenuti in fase di consultazione pubblica nazionale e definisce – quindi – gli obblighi in capo a Telecom Italia, in relazione sia ai servizi attivi (bitstream e VULA), che passivi (nelle diverse tipologie).

La disciplina dettata dall’Autorità chiude un percorso impegnativo avviato da oltre due anni, definendo un quadro di regole che mira a promuovere l’innovazione e gli investimenti in un settore strategico per la crescita dell’economia e, contestualmente, a garantire quel significativo livello di concorrenza nei mercati della telefonia fissa e dell’accesso ad Internet promosso dalla strategia regolamentare sempre seguita dall’Autorità.
In virtù della decisione di ieri, fermo restando l’obbligo di fornire l’accesso disaggregato alla propria rete ove tecnicamente possibile e tenendo conto dell’effettivo sviluppo di mercato, entro due mesi dall’entrata in vigore della delibera, Telecom Italia è tenuta a presentare un’offerta di riferimento relativa a:

  1. servizi passivi, quali innanzitutto il c.d. servizio end to end (l’accesso disaggregato alla fibra compatibile con l’attuale architettura di rete dell’incumbent), le singole componenti che lo formano (c.d. building blocks), l’accesso alle opere civili (ad es. cavidotti);
  2. servizi attivi, ossia il bitstream in fibra, offerto a vari livelli di rete e l’innovativo servizio VULA (virtual unbundled local access), fornito direttamente in centrale.

Inoltre, la delibera prevede che siano tempestivamente avviati i procedimenti necessari a definire la disciplina delle tecnologie VDSL avanzate (vectoring e bonding), la rilevanza dei quali è emersa solo negli ultimi mesi; l’eventuale previsione di obblighi simmetrici di accesso alle infrastrutture; la definizione del risk premium e, più in generale, delle condizioni economiche per i servizi in questione.

Il Presidente Calabrò ha dichiarato: “Con questa delibera, l’Italia si colloca nel gruppo ristretto dei Paesi che hanno già completato il quadro regolamentare funzionale allo sviluppo delle reti di nuova generazione, come sollecitato dall’Agenda digitale europea, conciliando promozione degli investimenti e tutela della concorrenza.
Grazie alla disciplina dettata dall’Autorità, gli operatori alternativi avranno a disposizione la più ampia gamma di servizi all’ingrosso per le reti in fibra, e saranno quindi in grado di offrire alla clientela quei servizi innovativi che la banda ultralarga rende possibili”.

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