DDL Concorrenza e costo promozioni dei gestori, il punto del presidente Antitrust

di Valerio Longhi

Un modulo per le MNPGrande apprezzamento” al governo per aver presentato per la prima volta un progetto di legge annuale sulla concorrenza, da quando fu prevista nel 2009; numerose indicazioni per ulteriori miglioramenti perché “molto resta ancora da fare” nel campo delle liberalizzazioni in Italia.

In un’audizione che s’è svolta ieri presso le Commissioni riunite delle Finanze e delle Attività produttive della Camera, il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha fatto il punto della situazione, analizzando settore per settore gli aspetti principali del disegno di legge all’esame del Parlamento. “L’auspicio dell’Autorità – ha detto – è che questo provvedimento si possa inscrivere nel quadro di un più generale processo di rinnovamento imprenditoriale e innovativo del Paese”.

Comunicazioni. In merito alle condizioni previste in caso di recesso o cambio del gestore, Pitruzzella osserva che “l’obiettivo del disegno di legge non sembrerebbe non sembrerebbe quello dell’introduzione di ingiustificate penali per i consumatori, quanto piuttosto la volontà di arginare talune pratiche che di recente si sono sviluppate sul mercato”. E cioè le promozioni che, a fronte di uno sconto iniziale, prevedono appunto “penali” elevate per l’eventuale recesso anticipato. A suo parere, il provvedimento sembrerebbe teso a “tutelare gli utenti, e più in generale la capacità dei consumatori di poter svolgere il proprio ruolo disciplinante nel mercato, assicurando che le promozioni degli operatori non sclerotizzino la concorrenza, creando ingiustificate barriere al cambio degli operatori”.

Il tutto fa seguito al botta e risposta dello scorso febbraio tra Beppe Grillo e il MISE con lo stesso Ministero che aveva risposto come “il disegno di legge sulla concorrenza approvato [..] non prevede in alcun modo la reintroduzione di penali per chi recede dai contratti di abbonamento a telefoni fissi e mobili, internet o a pay-tv. E’ quanto precisa una nota ministeriale a proposito di errate interpretazioni riprese oggi da alcuni giornali.

La norma inserita nel disegno di legge non cambia infatti le disposizioni generali in materia di recesso anticipato dai contratti di telefonia, internet e tv (già regolati dal DL 7/2007) ma disciplina i costi di uscita dalle sole promozioni relativi ai medesimi servizi (come per esempio l’uso di uno smartphone o le partite di calcio gratuite).

In primo luogo fissa un tetto di 24 mesi alla durata delle promozioni stesse“. La controreplica di Beppe Grillo non era comunque mancata: “Esiste un italiano che abbia stipulato un contratto base, e senza promozione? Ennesima presa in giro.”

 

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