Verso la quarta generazione della disciplina delle comunicazioni elettroniche

di Andrea Trapani

Nel confronto tra l’attuale e il nuovo Codice europeo, appena pubblicato, viene anzitutto confermata la bontà della scelta operata dal legislatore italiano, nel lontano 2003, di adottare una disciplina unitaria in grado di seguire l’evoluzione di settori estremamente dinamici”.

È quanto ha affermato il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, nell’intervento di apertura del Convegno “Verso un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche. Il ruolo di Agcom”, organizzato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Secondo Martusciello, “appaiono ragionevoli e adeguate le misure che il nuovo Codice introduce nell’ottica di rimuovere le barriere al completamento del mercato unico delle comunicazioni elettroniche e creare un contesto favorevole allo sviluppo di infrastrutture e servizi digitali: promozione del coinvestimento nelle nuove reti ad altissima velocità ed estensione della regolazione simmetrica dell’accesso, in specifiche situazioni”.

A parere del Commissario, però, “sussistono maggior perplessità sulla capacità della riforma di cogliere appieno l’opportunità di adeguare la disciplina regolamentare alle evoluzioni del mercato e garantire finalmente un’equa competizione tra soggetti tradizionali e OTT nei mercati convergenti della società digitale”.

“Se da un lato, infatti, i poteri delle Autorità di regolazione e delle altre autorità competenti sono estesi fino a ricomprendere i fornitori di reti e servizi di comunicazione elettronica nell’ampia accezione introdotta dal nuovo Codice” — ha spiegato Martusciello — “dall’altro, i fornitori online di servizi di comunicazione elettronica non risultano assoggettati al regime dell’autorizzazione generale, in tal modo sfuggendo ai conseguenti obblighi codicistici”.

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