Ancora novità da TIM, ecco l’accordo con Netflix: nel bilancio SIM in calo ma oltre 31,3 milioni

di Redazione

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato l’informativa finanziaria del Gruppo al 30 settembre 2019. 

I risultati dei primi nove mesi dell’esercizio hanno consentito di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento di circa tre mesi e confermano l’accelerazione impressa dal management sulla capacità realizzativa in un contesto competitivo complesso.

L’operating free cash flow ha raggiunto 2,2 miliardi di euro, registrando un miglioramento di 791 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018, grazie alla continua riduzione dei costi e all’ottimizzazione della gestione del capitale circolante. L’equity free cash flow si è attestato a 1,2 miliardi di euro, con un incremento di oltre 1 miliardo di euro YoY.

Conseguentemente l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre si è ridotto di 958 milioni di euro da fine 2018 e di 419 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2019, attestandosi a 24,3 miliardi di euro.

TIM ha annunciato la firma di un MoU con Google Cloud per la definizione di una partnership strategica. La partnership consentirà a TIM di diventare il principale player italiano nell’offerta di servizi di Cloud ed Edge Computing. Oltre a consentire l’ampliamento del portafoglio di prodotti e servizi all’avanguardia offerti da TIM sul mercato italiano, la partnership consentirà alla società un’accelerazione nella crescita dei ricavi da servizi tecnologici innovativi. TIM, attraverso le sue offerte, è l’azienda leader di mercato nei servizi cloud alle imprese, con oltre 20.000 clienti di cui oltre 16.000 in SaaS (Software as a Service) e oltre 5.000 in IaaS (Infrastructure as a Service). TIM inoltre costituirà una nuova società che gestirà i Data Center e i servizi cloud di TIM.

Proseguono i cantieri di sviluppo di iniziative strategiche già precedentemente identificate:

  • Network-sharing partnership con INWIT e Vodafone Italia: contratto perfezionato a luglio; sono in corso le valutazioni da parte delle autorità antitrust
  • Partnership per la possibile operazione di integrazione della rete in fibra: nel corso del trimestre è continuato il processo per la potenziale operazione su Open Fiber da parte di TIM in partnership con uno o più fondi infrastrutturali, la cui selezione è in corso.
  • Partnership per il credito al consumo: come annunciato oggi, è stato firmato un accordo quadro con Santander Consumer Bank. L’accordo definisce il percorso che porterà alla creazione di una Joint Venture, che offrirà finanziamenti per l’acquisto di terminali tramite prestiti rateali e, in una fase successiva, altri prodotti di credito al consumo e assicurativi. La JV consentirà un’ulteriore riduzione del debito oltre che del costo del credito, offrendo contemporaneamente opportunità di ampliamento della base di ricavi e della profittabilità per TIM.
  • TIMVISION: prosegue l’arricchimento dell’offerta grazie all’accordo siglato con Netflix che consentirà, con offerte dedicate, di fruire non solo dell’ampio catalogo di TIMVISION, ma anche dell’esperienza Netflix completa e della sua grande varietà di produzioni originali: serie, film, documentari e contenuti per bambini.
    I clienti TIM potranno attivare queste offerte direttamente in bolletta e fruire dei contenuti dal TIM BOX. Questa importante partnership rafforza ulteriormente la piattaforma streaming di TIM e confermano la strategia di TIMVISION come principale aggregatore di contenuti digitali.

Nei primi nove mesi i ricavi da servizi di Gruppo, al netto del contributo di Telecom Italia Sparkle (International Wholesale), sono stati pari a 11,8 miliardi di euro (-2,2% YoY), mentre i ricavi totali hanno raggiunto i 13,4 miliardi di euro (-4,3% YoY).

L’EBITDA reported di Gruppo è stato di 6,0 miliardi di euro, con un incremento del 4,0% YoY grazie alla prosecuzione delle azioni di ottimizzazione dei costi e ad un saldo positivo delle partite non ricorrenti che hanno beneficiato per 693 milioni di euro dell’esito favorevole per TIM Brasil dei contenziosi relativi a una doppia imposizione fiscale, in parte controbilanciati da 393 milioni di euro relativi ad accantonamenti. L’indicatore EBITDA reported – CAPEX ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 12,5% YoY, beneficiando delle azioni di continuo miglioramento nelle condizioni e nei termini di spesa nonché dei livelli di coverage già raggiunti sulle componenti fisso e mobile.

Il risultato netto reported attribuibile ai soci della controllante si è attestato a 852 milioni di euro (negativo per 868 milioni di euro nei primi nove mesi del 2018).

Andamento del terzo trimestre 2019
I ricavi da servizi sono stati pari a 4.061 milioni di euro, registrando un calo di 244 milioni di euro rispetto al terzo trimestre 2018 (-5,7% YoY) influenzato dalla consistente riduzione dei contratti relativi a servizi di Wholesale Internazionale a marginalità bassa o nulla avviata a inizio anno. Al netto di quest’ultimo effetto, l’andamento dei ricavi da servizi, rispetto all’anno precedente, si è attestato a -4,0% YoY a livello di Gruppo e -6,1% per il Domestic. I ricavi totali di Gruppo nel terzo trimestre sono stati pari a 4.429 milioni di euro (-6,1% YoY su base organica).

In Italia, nel mobile prosegue il trend di incremento dell’ARPU, cresciuto rispetto al trimestre precedente da 12,5 euro per linea/mese a 12,9 euro. Un ulteriore segnale di miglioramento del mercato si legge nell’attenuazione del fenomeno della Mobile Number Portability, che ha registrato una flessione del 42% su base annua nonostante la persistente elevata competizione nel segmento di mercato più sensibile al prezzo. Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 31,3 milioni a fine settembre, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente e con un tasso di disconnessione (churn) in miglioramento rispetto al terzo trimestre dello scorso anno (5,4% rispetto a 7,6% del 3Q 2018). La decisione di ridurre la vendita di device mobili (142 milioni di euro, -45% YoY) con marginalità nulla o negativa ha comportato significativi benefici a livello di EBITDA.

Nel fisso è stata adottata una politica commerciale che ha messo in campo diverse novità in termini di offerta, senza interventi di incremento dei prezzi sulla base clienti. Ciò si è tradotto in una riduzione del tasso di disconnessione (churn) dal 6,1% del secondo trimestre al 4,4%, in un’ulteriore crescita degli abbonati ai servizi a banda larga (+117.000, in crescita rispetto a +60.000 nel secondo trimestre) e nella continua migrazione della base clienti verso la banda ultralarga. Le linee fibra, retail e wholesale, hanno raggiunto i 6,6 milioni di unità, registrando un incremento del 36% YoY e del 4% rispetto al trimestre. Nel segmento business è proseguita la crescita dei ricavi da servizi innovativi alle imprese basati su tecnologie digitali (+11,4% YoY), confermando e consolidando la leadership di TIM nel segmento ICT sia in termini di offerta, sia di presenza nel mercato.

Si segnala la buona performance del Wholesale Domestico che ha registrato un incremento dei ricavi da servizi del 2,5% YoY, per effetto della citata migrazione dei clienti da rame a fibra e della stabilizzazione delle tariffe regolamentate.

In Brasile TIM ha incrementato i ricavi da servizi del 3,0% YoY (+2,4% YoY nel secondo trimestre), grazie alle politiche commerciali attuate nel segmento mobile e nonostante le avverse dinamiche macroeconomiche e di mercato, confermando la guidance.

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