Da Wind a Telecom Italia, 3 Italia lancia il co-siting

di Tommy Denet

Nei tempi passati avevamo parlato del progetto Eiffel in comune con Wind, H3G invece ora lancia il co-siting con Telecom.
Telecom Italia e 3 Italia hanno siglato, infatti, un accordo per la condivisione dei siti d’accesso alla rete radiomobile che riguarda sia i siti esistenti sia quelli che verranno costruiti in futuro.
Oggetto dell’accordo sono le cosiddette infrastrutture “passive”: pali, cavi, sistemi di alimentazione elettrica e di condizionamento e altre infrastrutture civili.

UMTS 900 Mhz, i test in PortogalloMantenendo la titolarità sulle proprie infrastrutture, ogni operatore ospiterà le stazioni radiomobili del partner con l’obiettivo di ottimizzare la copertura di rete a livello nazionale. L’accordo non include i dispositivi elettronici che permettono di erogare ai propri clienti i servizi di telefonia mobile o i relativi servizi di gestione.

Inoltre, con questo accordo, che rinnova ed amplia i contenuti di un contratto precedente, le due aziende danno attuazione alle linee guida contenute nel Codice per le Comunicazioni Elettroniche al fine di favorire un utilizzo più efficiente delle infrastrutture di rete nelle aree urbane e in quelle rurali.

E’ un accordo di grande rilievo per la industry delle tlc in Italia perché da un lato migliora la struttura dei costi delle due aziende, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale di una tecnologia pulita come quella wireless e, dall’altro, segna un punto di svolta nel perseguimento di più elevati livelli di concorrenza”, ha sottolineato Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia.

Il valore di questo accordo – ha commentato Stefano Pileri, Direttore Tecnologie e Operations di Telecom Italia – è duplice. Dal punto di vista dell’efficienza, sarà possibile ridurre significativamente il costo di locazione dei siti, una delle maggiori voci di costo nelle reti mobili. In seconda battuta, la riduzione progressiva del numero di antenne avrà un positivo impatto ambientale”.

L’accordo ha una durata di 3 anni, è rinnovabile e a regime riguarderà almeno 2.000 siti, assicurando un’ottimizzazione degli investimenti, un risparmio del 30% sui costi e la riduzione dei tempi di sviluppo della rete di ciascun operatore.

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