Recesso e fatturazioni errate: sanzionate Vodafone, WINDTRE, TIM e Fastweb

di Valerio Longhi

Come sappiamo l’Antitrust, ovvero l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, è un organismo che svolge un ruolo fondamentale nella tutela dei diritti dei consumatori e nella promozione della concorrenza nel mercato. Questa autorità, attraverso le sue istruttorie e le sue sanzioni, ha il compito di prevenire e reprimere eventuali abusi di posizione dominante da parte delle imprese.

Un esempio recente del ruolo svolto dall’Antitrust riguarda la sanzione inflitta alle quattro principali società telefoniche presenti in Italia. In particolare, queste società sono state multate per un totale di 1 milione di euro per aver attuato pratiche scorrette nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile.

Secondo l’Autorità, queste compagnie telefoniche hanno adottato comportamenti illegittimi nella gestione delle procedure di cessazione delle utenze, che hanno portato a situazioni di doppia fatturazione o di fatturazioni post-recesso a carico dei consumatori.


Inoltre, l’Antitrust ha evidenziato una mancanza di efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo da parte delle società per prevenire questi abusi.

Nello specifico gli operatori telefonici hanno attuato pratiche scorrette nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato le società Vodafone S.p.A. per 400mila euro, Wind Tre S.p.A. per 300mila euro, Telecom S.p.A. per 200mila euro e Fastweb S.p.A. per 100mila euro. Le istruttorie dell’Antitrust hanno consentito di accertare i comportamenti illegittimi dei quattro operatori telefonici nella gestione delle cessazioni delle utenze di telefonia fissa e mobile, anche nell’ipotesi di migrazione verso un altro operatore.

In particolare, sono emerse criticità nella gestione delle procedure interne delle cessazioni delle utenze, che hanno dato origine – a partire almeno da gennaio 2020 – a situazioni di fatturazioni post-recesso o, in caso di migrazione, di doppia fatturazione a carico dell’utente, a cui è stato richiesto illegittimamente di saldare le fatture sia del nuovo sia del precedente operatore.

Secondo l’Autorità, la illegittima prosecuzione della fatturazione – dopo la richiesta di cessazione del servizio – è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le stesse, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo.

Le quattro compagnie telefoniche sono state diffidate dal continuare ad attuare la pratica scorretta ed entro 90 giorni dovranno comunicare all’Autorità le iniziative adottate a tal fine.