Il perché dello sciopero dei dipendenti TIM di oggi

di Redazione

Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato per oggi, 23 febbraio 2022, lo stop di tutte le aziende del gruppo. “In gioco c’è il futuro dell’occupazione e lo sviluppo del Paese”, hanno scritto in una nota.

Il 10 febbraio si è tenuto l’incontro tra Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e Pietro Labriola, neo amministratore delegato della Tim. Il giorno dopo è partita la lettera di convocazione dello sciopero per l’intero turno di tutti i lavoratori e le lavoratrici il 23 febbraio.

Perché lo sciopero?

Sono gli stessi lavoratori a spiegarlo. Si sono trovati in presidio davanti all’azienda durante l’incontro: “dopo anni di sacrifici e solidarietà che ci hanno lasciato in eredità salari più bassi e preoccupazione, oggi si parla di scorporo della rete e di spezzatino dell’azienda, e il perimetro occupazionale?”, chiedono.

Cartelli colorati e amari quelli che indossano i dipendenti in strada, richiamano al valore della Tim e a quanto abbia contribuito, durante le settimane del lockdown, a unire il Paese, ora il rischio e che tutto ciò vada in frantumi. “Questioni come queste frenano molto la connettività del Paese. Le telecomunicazioni debbono essere un diritto garantito a tutti, esolo la presenza forte di un campione nazionale può garantirlo”.

Per Fabrizio Solari, segretario generale della Slc Cgil, le telecomunicazioni sono un asset strategico, serve un protagonismo del pubblico e un ruolo dello Stato, quanto sta accadendo in queste ore, da Tim a Vodafone, da Iliad a Wind3 lo dimostra. Il governo dov’è?

Ma c’è ansia anche per il proprio futuro, dicono infatti i dipendenti davanti alla sede nazionale della Tim in Corso di Italia a pochi passi dal palazzo della Cgil: “Le preoccupazioni di noi lavoratori sono che l’eventuale separazione della rete dai servizi possa far cessare la Tim come l’abbiamo conosciuta finora, e quindi creare un problema occupazionale oltre che industriale”.

Ma quali sono le richieste? “Ripartire dal memorandum deciso dall’allora governo Conte con una presenza nel capitale azionario di Cassa depositi e prestiti, sia in Tim sia nella società della rete. Solo una presenza pubblica può garantire stabilità e quindi medio e lungo termine al progetto industriale”.

TIM – come previsto dalla legge sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali – ha comunicato, già nei giorni scorsi, che il 23 febbraio 2022  potrebbero verificarsi disagi per la clientela in ragione dello sciopero per l’intero turno di lavoro proclamato dalle Segreterie Nazionali delle Organizzazioni Sindacali di categoria SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL Telecomunicazioni,  per TIM e le Società del Gruppo.

Restano garantiti, ai sensi delle vigenti disposizioni di regolamentazione dello sciopero, i servizi minimi di rete, di supporto al cliente e di assistenza tecnica.

 

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