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5G, Assoprovider contro l’estensione delle emissioni elettromagnetiche

di Redazione

L’associazione degli operatori di prossimità spiega le minacce dell’innalzamento dei limiti del 5G per la sopravvivenza delle piccole e medie aziende

Assoprovider è contro l’innalzamento dei limiti del 5G. L’associazione degli operatori di prossimità si oppone all’estensione dei confini delle emissioni elettromagnetiche del nostro Paese che fissa un obiettivo di qualità a 6V/m.

No all’innalzamento è la risposta ferma di Assoprovider nei confronti del Governo che studia modifiche alla normativa vigente che vanno in questa pericolosa direzione, sia alle associazioni di categoria e alle multinazionali che fanno pressione per adeguare i limiti ai parametri UE.

L’aumento distruggerà il mercato dei piccoli e medi operatori delle tlc

“L’estensione dei limiti rischia di essere una rovina per i piccoli e medi operatori delle tlc, ma anche per i territori nei quali queste aziende operano”. “Questa è la denuncia dell’associazione che da sempre è in prima linea per la difesa dei diritti dei piccoli e medi operatori e per garantire servizi internet di qualità ai cittadini, anche nelle zone a fallimento di mercato”, si ricorda nella nota stampa.

Da più di 20 anni i suoi associati si impegnano per l’abbattimento del digital divide, la creazione di migliaia di posti di lavoro e per rendere internet accessibile a milioni di persone:

“Gli imprenditori nostri associati, che dovrebbero ricevere una medaglia al valore per l’impegno e per aver portato Internet a casa dei comuni cittadini e PA più remote, si trovano oggi a rischiare di chiudere o, per limitare i danni, di ridurre il personale. L’innalzamento farebbe solo gli interessi dei grandi player del settore, estromettendo di fatto i piccoli e medi operatori dal mercato”, denuncia Giambattista Frontera, presidente di Assoprovider.

Il 5G i rischi ed alterazioni del mercato

I limiti alle emissioni elettromagnetiche sono stati fissati in Italia ad un valore di attenzione e obiettivo di qualità pari a 6 V/m. Oltre ai rischi sulla salute umana dell’innalzamento, su cui la comunità scientifica dibatte da anni, Assoprovider ritiene che non sarà un vero beneficio nella riduzione del divario digitale:

“Basta guardare al territorio italiano è complicato dal punto di vista orografico, per via delle catene montuose presenti, rispetto alle praterie che ci sono nel resto d’Europa, per comprendere che l’innalzamento rischia di rallentare interventi più efficaci e capillari sulle Reti italiane”, conclude Frontera.

CS

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