Costi di terminazione, H3G tra ricorsi e nuovi prezzi

di Valerio Longhi

La questione è calda da mesi, parliamo dei costi di terminazione. Ossia il “pedaggio” che un gestore deve pagare all’altro dove termina la telefonata in arrivo da un proprio cliente.

Una questione in cui 3 Italia è sempre stata in prima linea: uno in quanto ultimo operatore arrivato sul mercato, due perché la rilevanza di questi costi incidono pesantamente sul bilancio. E da qui parte la riflessione del “Sole 24 Ore” uscito ieri in edicola. Cosa è emerso? Innanzitutto che domani c’è un’importante scadenza.

Per molti lettori appassionati della questione poco di nuovo. Comunque la rilevanza è interessante per chiunque si occupi delle nostre TLC nostrane.

Il titolo dell’articolo già indica una tendenza preannunciata dalle prese di posizioni comunitarie e quelle conseguenti di AgCom: “La terminazione sarà low cost“.

Dietro la spinta della Ue, l’Agcom ha iniziato un percorso di livellamento delle tariffe di terminazione, che tra un paio d’anni arriveranno a 4,5 cent per tutti. “Ma si parla – scrive il quotdiano economico – anche di tagli fino a 3 cent, il 33% in meno rispetto ai 4,5 cent ai quali si dovrebbe arrivare nel 2012 e oltre il 60% in meno sulla media attuale. Venerdì l’Agcom darà il via a questo processo, facendo propria la Raccomandazione della Commissione Ue del maggio 2009, con i primi effetti a partire dalla metà del 2011, quando inizierà la partita sul fisso.”

Al riguardo il “Sole” raccoglie le diverse impostazioni dei gestori italiani:

Intorno a questa partita c’è fermento. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, Vodafone ha scritto alla presidenza del Consiglio una lettera «istituzionale» nella quale vengono trattati diversi argomenti, con citazione delle tariffe di terminazione per le quali si auspica, tra le righe, un loro mantenimento ai livelli attuali in un momento in cui il settore sta investendo (la stessa Vodafone ha appena annunciato un piano da 1 miliardo di euro per colmare il digital divide). Sullo sfondo la partecipazione degli operatori alla gara per l’aggiudicazione delle frequenze lasciate libere dalle televisioni, dopo il passaggio al digitale terrestre.

Che poi conclude proprio su H3G:

Intanto l’altra partita riguarda Tre Italia. La società gode, rispetto agli altri gestori, di tariffe di terminazione più alte, pari a 11 cent, che sarebbero dovute abbassarsi a 9 cent dal primo luglio. Un taglio mai avvenuto perché la società ha fatto ricorso prima al Tar del Lazio e poi si è appellata al Consiglio di Stato, ottenendo una sospensiva che ha mantenuto gli 11 cent. Lo scorso 6 dicembre, tuttavia, sempre il Tar ha espresso il proprio giudizio di merito, contrario al mantenimento degli 11 cent e mettendo teoricamente Vincenzo Novari nelle condizioni di rifondere gli altri operatori, che negli scorsi sei mesi hanno continuato a corrispondergli 11 cent anziché 9, per un conto complessivo di 30 milioni. Interpellata dal Sole 24 Ore, Tre ha dichiarato che farà appello.

A questo riguardo chiudiamo ricordando proprio l’intervista che l’A.D. Vincenzo Novari ha rilasciato due mesi fa a Mondo3:

“La fortuna di Tim e Vodafone nasce nel fatto che, nei primi 5 anni di attività, prendevano 1.800 lire al munito per ogni chiamate terminata sulla loro rete: una cifra scesa a 900 lire,  poi  a 400 fino a 250. Noi invece siamo stati discriminati anche nei confronti di Wind, oltre a Tim e Omnitel/Vodafone, tanto che ad oggi si continua a non tenere in considerazione che la nostra struttura di costo non può essere comparabile a quelle degli altri visto che non abbiamo la rete a 900 MHz”

La partita non si chiuderà domani, sicuramente. Magari l’idea di uno “spread” per gli operatori challenger è sempre rimasta nel cassetto…

| via Il Sole 24 Ore