Pirateria e sanzioni, si parla di multe per chi usa il pezzotto

di Redazione

Il Commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, ha dichiarato su LinkedIn che il contrasto alla pirateria non può esimersi dal focalizzarsi su associazioni criminali e, sorprendentemente (?), anche su quelle legali che lucrano sulla violazione di proprietà intellettuali e diritti altrui.

Capitanio ha sottolineato che una tappa inevitabile, seppur impopolare, sarà quella di infliggere multe agli utenti del “pezzotto” e delle applicazioni facilmente scaricabili dagli store Android ed Apple, nonché da portali come Amazon e siti reperibili attraverso motori di ricerca (visti come poco collaborativi nel commento online, ndr).

Il Commissario ha avvertito che, a breve, saranno introdotte sanzioni significative, oscillanti tra i 150 e i 5000 euro, per chi ha visto contenuti piratati in streaming. Questo passo, seppur indesiderato, secondo quanto si legge “è diventato necessario poiché coloro che intraprendono attività illegali stanno illudendo gli utenti che non incorreranno in alcuna conseguenza”.

Capitanio ha sottolineato che questa mossa è essenziale per educare gli utenti, mettendo in guardia chi ancora crede che l’impunità sia garantita.

Parallelamente, evidenzia come la Spagna abbia intrapreso un percorso simile, sottolineando un fronte comune europeo contro la pirateria. Questa coesione tra paesi europei, secondo Capitanio, è un passo positivo per affrontare in maniera più efficace il fenomeno dilagante della pirateria digitale.

Quali rischi ci sono? Probabilmente molto più modesti, l’associazione IP-utente richiede alcuni passaggi tutt’altro che banali (tipo una richiesta legale agli Isp, etc.) ma la sensazione è che potrebbe partire una specie di moral suasion con alcuni utilizzatori già identificati nel corso di queste settimane.

Insomma, per dirla in poche parole, la consapevolezza dell’imminenza di sanzioni finanziarie dovrebbe dissuadere coloro che usufruiscono di contenuti piratati, portando a una maggiore legalità nelle pratiche di consumo digitale. Almeno secondo quanto si è potuto leggere nelle parole del Commissario.